Articolo che mi ha vista impegnata a parlare di Autostima, pubblicato su Verona Sera l’11 Luglio 2019.
Molto spesso utilizziamo il termine “autostima” per riassumere una serie di significati: come ci sentiamo, come ci vediamo e come ci valutiamo rispetto a come vorremmo essere. Più il nostro ideale si discosta da ciò che percepiamo di essere tanto più sentiamo di avere una bassa autostima e crediamo di dover fare necessariamente qualcosa per cambiare.
Per comprendere la nostra autostima dovremmo riflettere sulla nostra immagine dividendo due momenti precisi:
- Come io mi percepisco.
- Come mi vedo negli occhi delle persone con cui mi relaziono.
Come io mi vedo
Quello che frequentemente provo a trasmettere alle persone che incontro è che io posso avere un ben preciso parere su di me, ma esso non è un dato di realtà, indica solo come io mi sto guardando. Questo però si tratta di un’idea che possiedo oggi e che può cambiare nel tempo. Proprio per questo spesso mi occupo dell’evoluzione di questa idea, dei vincoli e delle possibilità. A volte di fronte all’idea di avere una “bassa autostima” si pensa di non riuscire ad apportare alcuna modifica, come “il dado è tratto”. Invece credo sia possibile acquisire strumenti, fare esperienze, utili a valorizzare le nostre risorse e ad attuare comportamenti creativi di fronte ad alcuni cambiamenti.
Fin da piccoli impariamo a costruirci in un modo ben preciso, ci attribuiamo alcune caratteristiche, che manteniamo per molti anni. A volte questo per noi può diventare una guida sicura in un mondo difficilmente prevedibile o un limite che non ci permette di esprimere di più la nostra originalità. E proprio in questi momenti scopriamo qualcosa di noi che non ci saremmo aspettati prima.
“Ah, voi credete che si costruiscono soltanto le case? Io mi costruisco di continuo e vi costruisco, e voi fate altrettanto”. Ecco come Pirandello parla della costruzione della propria immagine, dell’idea che si ha di sé, della cosiddetta autostima.
Mi piace spesso partire da questa citazione per affermare che questo modo di valutarsi non può prescindere dallo sguardo di chi osserva. I “difetti” che notiamo in noi stessi per gli altri potrebbero non solo non essere tali o addirittura potrebbero diventare peculiarità “positive”.
Come ci vediamo negli occhi degli altri
L’autostima nasce e si nutre nella relazione, anche con gli altri.
Questo significa- spiega la psicologa Bozzola- che il modo in cui ci valutiamo cambia in funzione di come siamo all’interno dei rapporti più significativi, sia del passato che del presente. Così, in base al nostro benessere relazionale, siamo in grado di “definirci” in modi molto diversi. Non escluderei un ruolo fondamentale rispetto a ciò che ci immaginiamo o desideriamo essere all’interno delle relazioni nella nostra idea futura.In tal senso, il termine “autostima” mi sembra acquisisca un’idea di qualcosa perennemente in movimento, che collega inesorabilmente passato, presente e futuro.
RINGRAZIO PER L’INTERVISTA.
https://www.veronasera.it/benessere/salute/autostima-come-migliorare.html