Allenatori come guida: il loro ruolo educativo

Lo sport è da sempre un potente strumento di crescita che non solo favorisce il benessere fisico, ma anche lo sviluppo psicologico e sociale degli individui. Sabato 23 novembre ho avuto il privilegio di partecipare al convegno “Adverdus non è nemico”, un appuntamento che ha riunito allenatori, dirigenti e genitori con un focus relativo al ruolo educativo che gli adulti rivestono all’interno del contesto sportivo.

Durante il convegno, abbiamo avuto l’opportunità di riflettere sull’importanza dell’avversario nello sport, non solo come figura da contrastare, ma come una risorsa fondamentale per il miglioramento. L’avversario, infatti, diventa lo specchio in cui riconoscere i propri limiti e le proprie potenzialità, ma soprattutto è il catalizzatore che stimola la crescita. Un confronto sano e costruttivo con l’avversario migliora la performance ed insegna  il valore del superamento dei propri confini e delle difficoltà.

Lo sport è, in effetti, un contesto in cui convergono diversi aspetti fondamentali della vita: la competizione, le relazioni con i coetanei, il gioco e il rapporto con gli adulti. In questo contesto, l’allenatore assume un ruolo chiave, diventando un punto di riferimento fondamentale per i ragazzi. Non è solo un insegnante delle tecniche sportive, ma un educatore che guida i giovani nel loro percorso di crescita, formando persone, prima che atleti.

Durante l’incontro abbiamo discusso anche dei compiti fondamentali che gli adulti, in particolare gli allenatori, devono assumersi in questo ambito educativo. Uno dei temi centrali è stato l’importanza di evitare l’eccesso di protezione, che può impedire ai giovani di affrontare le sfide necessarie per crescere. È essenziale, infatti, educare al senso di responsabilità, alla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie forze, e far comprendere che la prestazione non è l’unico elemento da considerare: il percorso, con i suoi alti e bassi, è altrettanto importante.

Un altro aspetto fondamentale discusso è stato l’insegnamento al conflitto e alla gestione delle difficoltà, ma anche il valore della collaborazione e dell’alleanza. Lo sport è un ambiente in cui gli individui imparano a relazionarsi con le dinamiche di gruppo, sia quelle positive che quelle negative. Gli allenatori sono chiamati a costruire un clima di fiducia e rispetto, dove ogni atleta si sente parte di una squadra che cresce insieme.

Il convegno è stato un’importante occasione di confronto e di crescita, non solo per i partecipanti, ma anche per me, che ho potuto lavorare a stretto contatto con i dirigenti per un dialogo costruttivo sulle tematiche emerse. In conclusione, un buon allenatore è un educatore, capace di stimolare il miglioramento, di insegnare il valore del confronto e del lavoro di squadra, e di guidare i giovani atleti attraverso un percorso che li aiuti a diventare persone consapevoli, responsabili e resilienti. Lo sport, se vissuto in modo equilibrato, può essere davvero un’esperienza trasformativa e formativa per ogni individuo.